17 Luglio 2012
Premessa
Ridurre gli sprechi per recuperare competitività: questo imperativo della logistica, che ha addirittura portato chi la conosce bene a definirla ‘una disciplina da tempo di crisi‘, è particolarmente adatto se si considerano i trasporti e la distribuzione.
Dal momento che in Italia chi dice ‘trasporto’ dice sostanzialmente ‘camion’, e che i camion inquinano, congestionano il traffico e diventano sempre più cari a causa del costo del carburante, chi mette mano alla propria logistica non può esimersi dal considerare soluzioni per la gestione e l’ottimizzazione della flotta.
Abbiamo cercato di capire quale approccio adottare, e cosa stanno facendo le aziende in questo periodo, con Daniele Sciandra di Res Data, che dal 1996 propone soluzioni specifiche per la logistica e il retail: trasporti, la distribuzione alimentare, retail specializzato e settore petrolifero.
Conversazione con Daniele Sciandra
- La programmazione e gestione dei
trasporti è fra le attività tradizionalmente importanti.
Qual è la reale
attenzione delle aziende a questo tema oggi?
È un paradosso, ma a tutt’oggi è un tema ancora sottovalutato in diversi settori della logistica.
Ci sono però segnali positivi, perché le aziende si rendono conto
sempre di più dell’importanza di una “vera e propria ottimizzazione del
trasporto” e sono spinte in questa direzione dall’aumento in senso
assoluto dei costi, in primis il costo del carburante.
Ci sono poi settori dove il costo del trasporto incide pesantemente, in
percentuale, sul costo totale del prodotto; in questi settori i “passi
avanti” sono generalmente più rapidi ed efficaci.
Esiste però un “contrappeso” all’evoluzione generato dalla sciagurata tendenza di molte aziende a considerarsi come “un unicuum”
nella logistica, ad enfatizzare le proprie “differenze” ad esasperare
le proprie “peculiarità”, non comprendendo che queste, semmai,
andrebbero stigmatizzate e ridotte all’essenziale (quelle realmente
“fondamentali” che “fanno business”) perché qui si annidano costi
enormi, evidenti e nascosti, che appesantiscono l’offerta economica
dell’azienda.
- Quali sono le caratteristiche di un
buon software sull’ottimizzazione dei trasporti? È una questione di
algoritmi o di funzionalità per gestire attività accessorie alla
programmazione?
L’algoritmo è importante, ma costituisce solo un punto di partenza.
La differenza si fa con due ingredienti chiave: la “flessibilità del motore di calcolo” e la “customizzazione funzionale” per ogni tipo di trasporto.
È molto diverso pianificare trasporti di container, dove la minimizzazione delle distanze percorse a vuoto
è fondamentale, effettuando trasporti attraverso transit point
decidendo se consegnare in diretta o tramite TP, da chi, ancora,
trasporta prodotti carburanti ad una propria rete e deve ottimizzare al meglio la combinazione tra distanza e carico, particolare, del veicolo.
Aggiungo anche un’ulteriore informazione: un buon sistema informativo per la logistica deve essere in grado di sviluppare il rapporto cliente-fornitore:
deve essere in grado di legare le attività dell’operatore logistico con
il proprio committente e deve essere, in pratica, uno strumento di
lavoro e di ottimizzazione, non solo per le attività del vettore, ma
anche per il suo cliente.
Ovviamente vale anche il contrario, ovvero il caso in cui l’azienda di produzione acquisti il trasporto da terzi:
il sistema può essere utilizzato dal vettore fornitore, oppure
integrarsi con il sistema esistente; l’importante è che si realizzi al
meglio la simbiosi tra i due business.
- Quale percorso deve compiere un’azienda per rivisitare il proprio sistema di gestione trasporti?
Il segreto è far analizzare la situazione “as-is” da un esperto esterno
che la veda con occhi diversi e che possa suggerire miglioramenti in
termini di automazione di processi manuali e riduzione di tempi e costi
nella gestione del trasporto.
Sembra una banalità, ma, come detto in precedenza, molte volte la
“resistenza al cambiamento” ed il mantenimento ossessivo dello stesso
modo storico di lavorare, anche se motivati dalla perfetta buona fede e
da una profonda esperienza, uccidono il business ponendo fuori gioco
l’azienda.
D’altro canto il consulente deve essere, a sua volta, un vero e proprio
esperto del settore in grado di suggerire il giusto cambiamento per
quella tipologia di trasporto, sia esso portato da una forte automazione
o da una semplice rivisitazione dei processi.
- Com’è secondo lei l’offerta sul mercato dei sistemi di gestione e programmazione trasporti?
La domanda porta automaticamente alla risposta.
Oggi il mercato offre tanti sistemi di gestione trasporti, pochi sono
capaci di fare programmazione ed ottimizzazione del trasporto.
Sono pochissimi i sistemi che fanno entrambi in modo integrato, coerente e completo.In particolare il sistema RS3 Mover di RES DATA può considerarsi come l’unico sistema oggi in grado di fornire oltre alla gestione e l’ottimizzazione del trasporto, anche la preziosa funzionalità, certificata, di calcolo delle distanze (rete stradale).
- Considerando la vostra esperienza, il
settore petrolifero è più avanti o più indietro su questi temi, e che
cosa può insegnare agli altri settori, e da questi imparare? Senza
far torto a nessuno, possiamo affermare che il settore petrolifero,
attualmente, è più avanti nell’applicazione di nuove tecnologie, anche
di ricerca operativa, perché abituato da sempre a ponderare investimenti
in logistica con ritorni “misurabili” ed in tempi ragionevoli, per non
dire brevissimi.
Potremmo dire che il processo di informatizzazione del comparto petrolifero può insegnare qualcosa:
come applicare con successo una tecnologia avanzata, come implementare
efficacemente procedure standard, come utilizzare statistiche per
monitorare on-line i costi di trasporto, come implementare sistemi di
“automatic order generation”.
Può invece “imparare“, dagli altri comparti logistici la
condivisione delle informazioni relative ai trasporti con terzi (vettori
e depositi), la creazione di una vera e propria “rete integrata” per la distribuzione.
- Qual è l’ordine di grandezza di risparmio e ritorni di efficienza
potenziali passando da un sistema tradizionale a un sistema più evoluto?
Questa è la domanda più importante. Non solo per il fatto che tocca il
tema economico, ma, soprattutto, perché riassume in un unico criterio di
valutazione tutte le questioni poste in precedenza.
Come detto, il risparmio non va cercato solo nel km in +/- (che è comunque uno dei fattori più importanti) ma nella rivisitazione della filiera del lavoro dell’operatore logistico.
Mi spiego meglio: un buon sistema informatico dei trasporti deve poter coprire tutta la catena funzionale.
Può darsi che implementando una buon sistema di “dispatching”, si
ottengano forti ottimizzazioni nel reparto “fatturazione” dove la
possibilità di disporre di dati certi ed aggregati semplifichi in
maniera drastica il compito di chi deve fatturare il trasporto.
Infatti il risparmio non è solo in termini di costo e di Km, ma è soprattutto in termini di tempo, cioè nell’utilizzo migliore delle risorse umane.
Avere a disposizione strumenti evoluti, ma sempre ausiliari, fa sì che
tutta l’azienda ottenga risultati migliori in tempi più brevi.
Volendo comunque indicare valori certi, diciamo che vale la regola del
20-80: invece di lavorare l’80% del tempo per creare una pianificazione e
poi ottimizzarla nel 20% del tempo che rimane, è meglio ottenere una pianificazione standard nel 20% del tempo ed investire il restante 80% per ricercare risparmi, ottimizzazioni e idee nuove per creare business!