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Trasporti marittimi: una nuova rubrica per i lettori di Logisticamente.it
Questa rubrica di Patrizia Lupi rappresenta un'ulteriore occasione di confronto sulle principali tematiche inerenti i porti in un'ottica di sviluppo sostenibile.


Servizi e accessori per il trasporto

Trasporti marittimi: una nuova rubrica per i lettori di Logisticamente.it

13 Dicembre 2010

Logistica, trasporti, infrastrutture. Settori vitali per la competitività del “Sistema Italia”.
Il settore marittimo, per un Paese come il nostro, collocato al centro del Mediterraneo, riveste un ruolo di primo piano.
Per realizzare una mobilità efficiente, in grado di rispondere alle esigenze delle imprese ma anche ai bisogni di mobilità dei cittadini, è indispensabile pensare alla catena del trasporto come un insieme di nodi, marittimi e terrestri, efficienti ed organizzati, strettamente correlati.
Secondo una recente indagine effettuata da Ocean Shipping Consulting fra il 2010 ed il 2015 la domanda di servizi portuali nel Mediterraneo supererà quella del Nord Europa.
Si comprende quindi l’importanza che rivestono i trasporti marittimi ed il sistema portuale nazionale che devono porsi in relazione non solo sulla direttrice est ovest dei traffici globalizzati ma anche su quella nord sud che collega i Paesi emergenti del continente Africano e Mediorientale con l’Europa.

L’industria marittima italiana contribuisce al PIL del 2,7% e coinvolge l’1,6% dell’occupazione totale.
L’insieme dei comparti dei trasporti marittimi, delle attività di logistica portuale o ausiliare dei trasporti, della cantieristica navale, della cantieristica del diporto, della pesca, della Marina Militare, delle Capitanerie di Porto, delle Autorità portuali e dei Marittimi genera oltre 36 miliardi di euro.
Il Cluster attiva spese per consumi intermedi e per investimenti fissi lordi superiori agli 11 miliardi di euro, pari ad oltre il 4% degli investimenti registrati in Italia, attivando quindi risorse economiche necessarie allo svolgimento diretto delle attività ma con effetti moltiplicativi sull’intero sistema produttivo nazionale.

In questo contesto i porti assumono un’importanza strategica.
Non possono più essere considerati solamente per la loro attività di scarico e carico delle merci ma come gate di riferimento per i loro hinterland.
Per questo devono usufruire di infrastrutture adeguate ed implementare tutti quei servizi di logistica integrata con l’obiettivo di realizzare un sistema di nodi logistici funzionali alla distribuzione delle merci.
Nel nostro Paese si lamentano ritardi, anche infrastrutturali. Devono essere realizzate tratte mancanti per il pieno inserimento dell’Italia nella rete europea dei trasporti.
Deve essere incentivata l’intermodalità del trasporto delle merci.

I servizi di trasporto devono crescere in qualità ed efficienza.
Occorre integrare le politiche pubbliche per il trasporto sostenibile con le esigenze di mobilità di merci e persone.
I porti italiani, per competere con quelli del Nord Europa o con quelli emergenti del Nord Africa, devono dotarsi di strutture, fondali, tecnologie, servizi all’avanguardia.

Il settore del trasporto marittimo, dal mondo amatoriale a quello portuale, giocano oggi un ruolo fondamentale. I porti sono le porte di accesso di regioni, territori, continenti e svolgono una funzione determinante nel mercato globale.
Si parla di progetti logistici integrati che riguardano gli scali, le loro connessioni ferroviarie, stradali, in alcuni casi la navigazione interna. Non bastano terminal, nuove banchine, adeguati fondali, servizi efficienti.
Sono determinanti la catena logistica che sta alle loro spalle, le connessioni con interporti, aeroporti, centri logistici, il sistema stradale e ferroviario di collegamento.

Questi problemi interessano i porti di transhipment, i porti situati o collegati ai corridoi transeuropei, le “multy-port gateway region”, cioè l’insieme dei porti di una stessa area geografica: nel caso dell’Italia quelli dell’arco dell’Alto Adriatico e dell’Alto Tirreno.

Una rubrica dedicata all’economia marittima completa il quadro d’insieme del settore dei trasporti e diventa ulteriore occasione per mettere in comunicazione il mondo marittimo con quello terrestre.
Il cluster marittimo ha dimostrato, anche in tempi di crisi, di assecondare, a volte di anticipare, le trasformazioni imposte dall’economia globalizzata, nella riorganizzazione sia dei processi produttivi interni di matrice industriale che in quelli della logistica e dei trasporti.

La nuova rubrica sarà una proficua occasione di confronto su temi che riguardano la relazione dei porti e del mare con le città, con il territorio, con le infrastrutture, con le attività produttive, in un’ottica di sviluppo sostenibile.





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